La «crisi climatica», il surriscaldamento dell’atmosfera che sta stravolgendo gli ecosistemi e minacciando la salute di milioni di cittadini, è il nemico contro cui i giovani si mobilitano in tutto il mondo dalla California alla Nuova Zelanda con un “maxi-sciopero”.
L’iniziativa denominata #FridaysforFuture è stata lanciata su scala mondiale dalla 16enne Greta Thunberg.
La mobilitazione arriverà anche in Italia, dove studenti di scuole superiori e università scenderanno nelle piazze di tutto il paese per chiedere una risposta politica alla degenerazioni delle condizioni ambientali. L’associazione Legambiente, che ha aderito allo sciopero, registra in tutta la Penisola 140 eventi in oltre 100 località diverse. Un record di manifestazioni su scala mondiale, secondo solo ai numeri messi a segno dalla Germania (190). Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sposato indirettamente la causa, spiegando che il mondo si trova «sull’orlo di una crisi globale».
Cambiamento climatico: la situazione è grave?
Sì.
Le manifestazioni del Fridays for future riportano nuovamente l’attenzione su un’emergenza che si aggrava a ritmi inquietanti. Uno studio dell’organizzazione meteorologica mondiale ha evidenziato che il livello delle emissioni di CO2 ha raggiunto «un nuovo picco record» nel 2017, con tutte le conseguenze più tangibili: cambiamento climatico, innalzamento dei livelli del mare, acidificazione degli oceani (un cambiamento della composizione chimica dell’acqua che danneggia l’ecosistema) e fenomeni metereologici estremi, dalle trombe d’aria alla siccità.
Il riscaldamento climatico provocato dai gas a effetto serra è cresciuto del 41% dal 1990 ad oggi, mentre i livelli di concentrazione di anidride carbonica sono comparabili solo a quelli della Terra di di 3-5 milioni di anni fa (quando la temperatura era superiore di circa 2-3 gradi centigradi e il livello dei mari viaggiava su 10-20 metri sopra a quello attuale). Senza dimenticare le conseguenze di sprechi e gestione inefficiente dei rifiuti, come nel caso delle tonnellate di plastica depositate nell’Oceano.
Fonte: Il Sole 24 Ore
Per tutte queste ragioni bisogna muoversi, ed in fretta: ciascuno di noi può nel suo piccolo contribuire impiegando energia da fonti rinnovabili.
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La «crisi climatica», il surriscaldamento dell’atmosfera che sta stravolgendo gli ecosistemi e minacciando la salute di milioni di cittadini, è il nemico contro cui i giovani si mobilitano in tutto il mondo dalla California alla Nuova Zelanda con un “maxi-sciopero”.
L’iniziativa denominata #FridaysforFuture è stata lanciata su scala mondiale dalla 16enne Greta Thunberg.
La mobilitazione arriverà anche in Italia, dove studenti di scuole superiori e università scenderanno nelle piazze di tutto il paese per chiedere una risposta politica alla degenerazioni delle condizioni ambientali. L’associazione Legambiente, che ha aderito allo sciopero, registra in tutta la Penisola 140 eventi in oltre 100 località diverse. Un record di manifestazioni su scala mondiale, secondo solo ai numeri messi a segno dalla Germania (190). Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sposato indirettamente la causa, spiegando che il mondo si trova «sull’orlo di una crisi globale».
Cambiamento climatico: la situazione è grave?
Sì.
Le manifestazioni del Fridays for future riportano nuovamente l’attenzione su un’emergenza che si aggrava a ritmi inquietanti. Uno studio dell’organizzazione meteorologica mondiale ha evidenziato che il livello delle emissioni di CO2 ha raggiunto «un nuovo picco record» nel 2017, con tutte le conseguenze più tangibili: cambiamento climatico, innalzamento dei livelli del mare, acidificazione degli oceani (un cambiamento della composizione chimica dell’acqua che danneggia l’ecosistema) e fenomeni metereologici estremi, dalle trombe d’aria alla siccità.
Il riscaldamento climatico provocato dai gas a effetto serra è cresciuto del 41% dal 1990 ad oggi, mentre i livelli di concentrazione di anidride carbonica sono comparabili solo a quelli della Terra di di 3-5 milioni di anni fa (quando la temperatura era superiore di circa 2-3 gradi centigradi e il livello dei mari viaggiava su 10-20 metri sopra a quello attuale). Senza dimenticare le conseguenze di sprechi e gestione inefficiente dei rifiuti, come nel caso delle tonnellate di plastica depositate nell’Oceano.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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